I personaggi dei musei del MuseumGrandTour:
John Izard Middleton
John Izard Middleton
Lo studio, i viaggi e l’amore per l’Italia del primo archeologo classico americano.
Nato nella Carolina del Sud nel 1785 da una ricca famiglia aristocratica, frequenterà come da tradizione familiare l’Università di Cambridge in Inghilterra, trascorrendo buona parte della sua vita adulta in viaggio tra la Francia e l’Italia.
Definito il primo archeologo classico americano, nel corso dei suoi soggiorni in Italia tra il 1808 e il 1809 rimane particolarmente attratto dal territorio ricco di storia antica dei Castelli Romani e dei Monti Lepini dei quali fa osservazioni e disegni, i quali risultano ancora oggi un’importante testimonianza del paesaggio storico del territorio. La spiccata capacità artistica del Middleton è stata riconosciuta dalla critica soltanto in epoca recente, molti dei suoi disegni apparvero senza attribuzione in volumi di altri autori, come in quelli del più famoso Edward Dodwell, compagno di viaggi del Middleton.
Nella prima parte del suo viaggio tra i nostri territori, John Izard Middleton percorse la via Appia restando affascinato dalla campagna a sud di Roma: i laghi di Albano e Nemi, i mausolei, le vestigia archeologiche di età romana e i borghi dei Castelli Romani. Descrivendo la vista dalla finestra del Convento sulla sommità del Monte Cavo come una delle più interessanti al mondo, nella quale i resti archeologici ancora visibili delle antiche città abbracciano lo svolgimento complessivo dell’Eneide: dal promontorio di Circe fino alla foce del Tevere.
La perlustrazione dello studioso proseguì verso Cori, dove inizia la vera regione ciclopica, poi si recherà a Norba, Segni, Alatri, Ferentino dove le possenti mura incoronano le ripide colline, spostandosi in fine Valmontone e Palestrina.
L’archeologo nel 1812 pubblicherà a Londra, il volume “Grecian Remains in Italy, a Description of Cyclopian Walls and Roman Antiquities with Topographical and Picturesque Views of Ancient Latium”.
Il testo del Middleton è stato pubblicato nel quarto volume dei Taccuini del Museumgrandtour a cura di Luca Attenni. Clicca qui per sfogliare il taccuino.