Incastonata tra i monti del Lazio, Alatri è il comune più a est del Sistema Museale MuseumGrandTour, già in provincia di Frosinone. Questo itinerario porterà, infatti, il nostro visitatore alla scoperta della storia archeologica e medievale di uno tra i centri più affascinanti della Ciociaria, facendolo curiosare tra aneddoti e miti di fondazione. Considerata una delle più nobili città d’arte del Lazio Meridionale, il cui fascino è amplificato dalla mirabile convivenza degli elementi monumentali arcaici con quelli risalenti a epoche successive – soprattutto al Medioevo – Alatri è anche uno dei borghi più belli d’Italia.

Il percorso di questo itinerario urbano inizia dalla visita alle imponenti Mura poligonali che cingono l’Acropoli di Civita, vero simbolo di quelle città megalitiche laziali a cui da sempre sono legati misteri e leggende e che l’hanno dotata dell’appellativo di “Città dei Ciclopi”. Posta sulla cima del colle, l’acropoli di Alatri è interessante per le sue mura in opera poligonale costituite da vari strati di megaliti di diversa forma, spesso alti anche 3 mt, fatti combaciare perfettamente a incastro senza l’uso di malte o calcestruzzi. Il perimetro delle mura è lungo 400 mt. e, anticipata da una rampa di scale, l’acropoli è aperta da due porte: la Porta Maggiore e la Porta Minore. Oltre alla prima cinta muraria ne esiste una seconda, sempre in opera poligonale, concentrica all’acropoli ma più ampia (lunga quasi 2 km), entro cui si aprivano ben cinque porte in origine sormontate da architravi monolitici, tra cui oggi si conserva solo la Porta di San Benedetto.

Proprio al centro della spianata dell’Acropoli si trova il Duomo di San Paolo, eretto sui resti di un antico altare ernico, detto ierone, e di un tempio dedicato a Saturno. Notizie di un’antica cattedrale risalgono a prima del Mille, infatti, dai documenti d’archivio si è a conoscenza di un capitolo della cattedrale datato al 930. Sotto il pontificato di papa Innocenzo II (1130-1143) furono traslate proprio qui ad Alatri le reliquie del martire papa Sisto I, e in questa occasione l’antica cattedrale fu una prima volta rinnovata. Rimaneggiata più volte lungo i secoli, la chiesa ha acquisito l’aspetto che vediamo noi oggi nel corso del Sei-Settecento: tra le parti originali conservate vi è la statua di San Sisto, di fattura moderna ma con il volto in argento risalente al 1584.

Proveniente sempre dall’Acropoli di Civita, è conservata presso il primo piano del Museo Civico di Alatri una cospicua sezione dedicata all’antica Aletrium con epigrafi e recuperi archeologici. Nel Museo Civico la storia antica e medievale della cittadina, infatti, si fondono: ospitato presso il medioevale Palazzo Gottifredo, nel cuore del centro storico alatrino, il Museo Civico è diviso in varie sezioni che si snodano nei diversi piani della casa-torre: oltre alla già citata sezione di antichità del primo piano, al piano terra è conservata la sezione dei “Viaggiatori di scoperta” con un interessante mosaico pavimentale policromo con decorazione geometrica dell’80-90 a.C.; nel mezzanino, invece, una sezione dedicata all’arte etrusca e, al terzo piano, una collezione demoetnoantropologica di strumenti e attrezzature relativi alla tradizione agricola e artigiana locale che raccontano delle tradizioni antiche e recenti del paese.

Della veste medioevale della città di Alatri, risulta particolarmente rappresentativa la gotica Chiesa di San Francesco (XIII-XIV sec), situata nel quartiere “Le Piagge” tra Piazza Santa Maria Maggiore e Porta San Francesco. Eretta alla fine del XIII secolo, ma rimaneggiata all’interno in stile barocco nel XVIII secolo, presenta un grande portale unico e un rosone finemente decorato, oltre ad alcune opere di pregio come una Deposizione di scuola napoletana seicentesca. Alla chiesa era annesso un convento risalente al 1359 i cui ambienti, oggi adibiti a sala espositiva, accolgono in un’angusta intercapedine un affresco di autore ignoto, rinvenuto solo nel 1997, raffigurante un Cristo Pantocratore al centro di un labirinto a undici spire e quindi dodici cerchi di 140 mt di diametro: considerata un unicum iconografico, si pensa che l’immagine possa collegarsi con la presenza templare all’interno delle mura fortificate della città. Dato molto curioso e affascinante è, inoltre, che il percorso del labirinto è identico a quello raffigurato sul pavimento della Cattedrale di Chartres, in Francia.