Castel San Pietro Romano e il suo patrimonio archeologico.
Una rilettura dell’acropoli di Praeneste e dell’acquedotto delle Cannuccete
Volume a cura di Andrea Fiasco
Il territorio di Castel San Pietro Romano, per le sue precipue caratteristiche storiche e morfologiche, offre interessanti spunti di ricerca e di approfondimento. Il Museo Diffuso porta avanti, fin dalla sua costituzione nel 2016, una programmazione culturale rivolta alla promozione della ricerca scientifica, sostenuto dall’Amministrazione comunale sempre attenta e ben disposta. Negli anni il Museo Diffuso ha offerto sostegno e promosso numerose iniziative volte alla riscoperta del patrimonio culturale del Borgo e delle sue meraviglie. Per una fortunata casualità diversi concittadini laureatisi negli ultimi anni, hanno scelto di affrontare come tema di ricerca edifici e spazi urbani di Castel San Pietro Romano, seguiti dalla prof.ssa Daniela Esposito, ordinario di Restauro architettonico all’Università La Sapienza di Roma. Nello stesso periodo il Museo Diffuso, in sinergia con il Comune, ha stretto una convenzione con la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Tor Vergata per l’inserimento di Castel San Pietro Romano nei temi della ricerca del Laboratorio di Restauro diretto dalla prof.ssa Nicoletta Marconi. Questa proficua esperienza di studi è confluita in una mostra dal titolo “Castel San Pietro Romano e i suoi monumenti. Proposte progettuali sul patrimonio architettonico: un contributo universitario” aperta da una conferenza sotto l’alta supervisione della dott.ssa Sandra Gatti, nella quale sono stati esposti i primi risultati di queste indagini.
Non si può affrontare la storia di Castel San Pietro Romano senza parlare di Praeneste, di cui era arx, e delle sue mura poligonali. Alla succitata dott.ssa Gatti va dato il merito di aver per la prima volta elaborato un’ampia disamina delle fortificazioni di Praeneste, in un prezioso ed organico studio scientifico del circuito murario effettuato nel 2011, fino a quel momento rimaste sostanzialmente in secondo piano nell’ambito degli studi sulle antichità prenestine di epoca repubblicana. Così come il circuito murario, anche l’importante acquedotto delle Cannuccete, ha segnato profondamente il paesaggio di quest’area dei Monti Prenestini e la storia della città nel periodo arcaico. Il crescente interesse da parte degli addetti ai lavori non può che favorire il sorgere di nuovi spunti di riflessione e di riletture aggiornate, tali da aprire scorci inaspettati e stimolare la ricerca.
In un tale quadro di contributi scientifici, di cui è stato, e continua ad essere, oggetto Castel San Pietro Romano, lo studio del dott. Andrea Fiasco si inserisce perfettamente. L’autore si muove in una prima rilettura del patrimonio archeologico dell’acropoli di Praeneste, andando a sostanziare un probabile culto dedicato a Marte sull’acropoli, attraverso un’attenta analisi delle testimonianze epigrafiche, ma soprattutto andando a ridefinire il forte valore strategico militare dell’acropoli e del suo circuito murario, legato indubbiamente alle prerogative di questa divinità. Interessante poi l’approfondimento sull’acquedotto, che nasce probabilmente da una commistione di popoli. I saperi e le tecniche delle popolazioni greche di area ionica confluirono, come in un melting pot, nel Latium Vetus alla fine del VI sec. a.C., producendo così un notevole sviluppo delle popolazioni latine. L’impegno profuso negli anni dal MuDi, in accordo con l’Amministrazione comunale, in favore della conoscenza e della valorizzazione del patrimonio di Castel San Pietro Romano ha avuto effetti tangibili sulla vita del piccolo borgo al quale sono stati conferiti i riconoscimenti di Uno dei Borghi più Belli d’Italia (2017) e di Borgo più bello del Mediterraneo (2019), a dimostrazione che la cultura è in grado di avviare e alimentare processi di rinascita e crescita di un territorio.
Dott.ssa Roberta Iacono
Direttrice del Museo Diffuso di Castel San Pietro Romano