L’importanza di Olevano Romano nella pittura europea di paesaggio del Lazio
Volume a cura di Monica Di Gregorio
Olevano Romano è un documento di bellezza, un monumento diffuso in cui ogni singolo dettaglio che forma l’insieme restituisce un frammento di storia: dai resti delle mura poligonali che cingono il centro storico, alla torre medievale e al Castello Colonna posti entrambi sul punto più alto del colle, in posizione difensiva e dominante, contornati da vicoli e viuzze percorribili solo a piedi.
I segni della moderna urbanizzazione non hanno intaccato questi luoghi, che anzi hanno conservato gran parte del loro raro ed incontaminato fascino che tanta suggestione suscitò nel corso dell’Ottocento soprattutto nei viaggiatori e negli artisti d’Oltralpe.
Il Museo Civico d’arte di Olevano Romano ci racconta tutto questo. È sintesi ed espressione della bellezza della città che lo ospita ed a cui esso stesso è dedicato. Ospitato nella storica “Villa de Pisa”, custodisce un’interessante collezione di oltre duemila pezzi tra oli, acquerelli, disegni, bozzetti ed incisioni che l’Associazione AMO (Amici del Museo di Olevano) ha raccolto in circa trent’anni di attività di ricerca e di studio. Le opere documentano l’evolversi di una tradizione che, a partire dagli inizi dell’Ottocento, ha visto Olevano Romano al centro dell’interesse di numerosi artisti stranieri che frequentarono a lungo questi luoghi, attratti a tal punto dalla bellezza del paesaggio e dall’autenticità dei costumi e delle tradizioni locali da lasciarne memoria indelebile nelle loro opere. Numerosi sono infatti i dipinti paesaggistici e le vedute del borgo oggi conservati in alcuni tra i maggiori musei europei. La presenza così diffusa di tali manufatti anche all’interno di istituzioni estere, conferma l’importanza che Olevano Romano ha rivestito per la storia della pittura europea di paesaggio – tema a cui tra l’altro il Museo è dedicato – e confermano che questo territorio ha rappresentato una tappafondamentale nei percorsi del Grand Tour, ancor prima della sua scoperta avvenuta agli inizi del XIX secolo da parte degli artisti nordeuropei. Inserita in un progetto di Sistema che ha come filo conduttore il tema del paesaggio, la conferenza che documentiamo con questo Taccuino offre l’occasione per ripercorrere le tappe di questa esperienza museale, e consente di rinnovare il giusto riconoscimento a quanti hanno contribuito in maniera fondamentale alla creazione ed al mantenimento in vita del Museo. È un’opportunità importante anche per ricordare studiosi come Domenico Riccardi, al cui capillare lavoro di ricerca si deve la “mappatura” delle numerosissime opere che riproducono Olevano ed il suo territorio, e che oggi sono conservate nei musei delle principali città europee. Seguendo indizi, documenti e testimonianze grafiche e pittoriche sparse in tutta Europa, la ricerca ha consentito non solo l’individuazione specifica dei luoghi raffigurati, ma ha spesso fornito risultati incoraggianti anche ai fini delle attribuzioni e delle collocazioni cronologiche delle opere.
Le pubblicazioni che racchiudono questo patrimonio di conoscenze, indicano dunque le tracce ed i percorsi da seguire per una ricerca che è in continuo divenire, e che può riservare ancora nuove ed inaspettate sorprese.
Dott.ssa Monica Di Gregorio
Direttrice del Museo di Olevan